Momenti perfatti

Dovremmo crescere i bambini insegnando loro che non esiste la felicità. Esistono dei momenti perfetti, come diceva il buon Jean-Paul, dei momenti in cui ci sfrigola dentro un immotivato tepore, e ti viene quella ridarola che non è nient’altro la prima uscita che trova il corpo che dentro ride di nascosto. Il momento perfetto, per me, è quasi sempre collegato a qualcun altro, fosse anche un passante a caso. Nei momenti perfetti da sola, c’è spesso una canzone, un pianto, un ballo di foga. Il topos della natura mi porta a ricordare altri momenti perfetti vissuti con gli altri, che al di là di tante scelte di vita sono l’unico modo che dimostra la nostra esistenza. E prova a noi che viviamo più esistenze contemporaneamente.
Probabilmente ho capito ora il motivo per cui i miei si impuntassero nel ribadirmi che in pizzeria avevo a disposizione una sola lattina di coca cola, se l’avessi finita prima che arrivasse la pizza non ne avrei avuta un’altra. I bambini che non impareranno mai a riconoscere un momento perfetto sanno che possono ordinarne due, di lattine. E magari lasciare la seconda a metà.
I momenti perfetti dovrebbero proprio sostituire la parola felicità, dovrebbero essere una cosa non materiale che però si impara a possedere, e più ne sai riconoscere e più ne possiedi, di momenti perfetti. Bisogna imparare che i momenti perfetti non possono essere tutti, che finiscono, e che tante volte li riconosci una volta trascorsi.
Se i bambini sapessero da subito che non esiste la felicità, creeremmo un mondo senza consumismo, antidepressivi, rivalità e forse, anche se non è mai esistito, senza ingiustizie. Fin’ora invece abbiamo contribuito a creare un’alcova di ansie e insicurezze in cui le novità più acclamate sono le invenzioni che eliminano del tutto la fatica. Io ancora non sono riuscita ad accettare le rotonde come sistema sfoltitraffico.
Bisogna dire ai bambini che esiste dio, ma che possono chiamarlo come credono e che soprattutto nessun dio sarebbe così terreno da sputtanarsi con casi editoriali altrimenti detto “libri sacri”.
Bisogna dire ai bambini che la sofferenza è l’anticamera dei momenti perfetti, per quell’antico contrappasso secondo i quali ci accorgiamo di stare bene solo dopo aver passato un’invalidante pena. Bisogna dire ai bambini che ogni luogo ci insegna qualcosa, ma che le radici sono più forti, anche se si diramano dove non possiamo vederle, e trovarle è un altro momento perfetto. Bisogna insegnare ai bambini la misura, tranne che in una cosa: il pensiero e tutto ciò che lo veicola. Il pensiero non è la prova che esitiamo, ma la concretezza della nostra immaterialità.

5 commenti

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5 risposte a “Momenti perfatti

  1. Anonimo

    Quanta saggezza, quanta bellezza, quanta verità, quanta valentinità!
    ;-)*

  2. Anonimo

    ops:
    *Giò*

  3. Maurizio Margaglio

    La saggezza del cuore come Natuzza.

  4. DEbrain

    ridi.che dopo la pioggia viene sempre il sole.

  5. Pingback: Fòschia | Aida vola nel vento

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